La scelta da parte del governo di nominare Roberto Cingolani come consulente al Ministero dell’Ambiente rappresenta di fatto il commissariamento del neoministro Pichetto Fratin. Una decisione che tutto sommato non ci sorprende perché in linea con le politiche di chi sta contrastando il Piano Verde dell’Ue e il pacchetto Fit for 55.
Piuttosto che Cingolani, colui che da ministro aveva definito la transizione ecologica un bagno di sangue, occorreva nominare un commissario straordinario per le energie rinnovabili.
Se questo è il biglietto da visita del nuovo governo, l’Italia sarà destinata a diventare il fanalino di coda in Europa dal punto di vista energetico. Proprio questa mattina, un sondaggio di Emg, evidenzia come il 57% degli italiani creda che l’implementazione delle energie rinnovabili rappresenti la soluzione alla crisi energetica.
Al contrario il governo, con queste scelte di ministri e consulenti, sembra voglia continuare la guerra alle energie rinnovabili. L’Italia dovrebbe immediatamente sbloccare 60 GW di nuove rinnovabili sui 180 GW di progetti già depositati ma bloccati dalla burocrazia e dai decreti attuativi per dare il via alle comunità energetiche. Servirebbe un cambio di passo ma con queste scelte rischiamo addirittura di tornare indietro.
Francesco Alemanni